Si chiudono gli Stati Generali dell’Esecuzione Penale
Roma. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, quattro ministri, presidenti di Commissioni Giustizia di Camera e Senato, un ex Capo dello Stato, esponenti delle massime istituzioni europee, vertici di Corte Costituzionale, Corte di Cassazione e Consiglio Superiore della Magistratura, oltre a magistrati, avvocati, esperti del mondo accademico, sportivo e dello spettacolo, rappresentanti del volontariato e dell’associazionismo, autorità religiose. E i tanti detenuti presenti all’interno e all’esterno del teatro. È stata insomma l’espressione della società civile a gremire per due giorni i 320 posti dell’auditorium della Casa circondariale “Raffaele Cinotti” di Rebibbia (e i quasi 700 davanti al maxischermo allestito nella chiesa dell’istituto) per raccogliere l’invito del ministro Andrea Orlando a partecipare all’evento conclusivo degli Stati Generali dell’Esecuzione Penale. Un percorso di riflessione e approfondimento sul sistema penitenziario fortemente voluto dal guardasigilli per ripensare una dimensione della pena più vicina ai dettami della Costituzione e agli standard europei e che punti al reale reinserimento dei detenuti nella società e alla costruzione di una migliore fisionomia del carcere, più dignitosa sia per chi vi lavora sia per chi vi è ristretto.